Il 25 marzo inizia l’anno celebrativo dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
Per l’occasione l’Istituto Rezzara ha prodotto una clip sul percorso dantesco nel Vicentino, a cura di Chiara Magaraggia del Comitato Vicentino della “Dante Alighieri” ed una su “Dante, uomo politico nel Veneto del suo tempo”, a cura di Francesca Gottin, membro della Direzione dell’Istituto Rezzara.
Da questi approfondimenti si ricava la figura di un uomo che cerca, nelle vicende degli ambienti frequentati, motivi di riflessione ed apertura, nonché percorsi e proposte di adattamento per superare le divisioni ed affrontare le conflittualità; è il percorso di ogni uomo. Nei passaggi e permanenze in Veneto Dante ha l’opportunità di maturare le sue idee e le sue convinzioni, vista la vivacità politica che caratterizza le città venete e l’approfondimento culturale e scientifico nelle biblioteche (in primis la Capitolare di Verona) e nella sede universitaria di Padova, dove fervono gli studi aristotelici e già si intravvedono novità preumanistiche. Dobbiamo ricordarci che in Dante il problema politico non è mai staccato da quello culturale. D’accordo con Aristotele, egli esprime la certezza che nell’uomo è naturale il desiderio di conoscere. L’uomo si gioca la sua libertà nel rispondere a questa necessità, anzi ha il dovere, la responsabilità vera e propria, per essere creatura libera di assecondarla con la curiosità e l’apprendimento continui. C’è una condizione primaria perché gli uomini possano concretamente percorrere la via della loro vera semenza, quella di seguir virtute e canoscenza (Inf.XXVI, 118-120), e cioè la pace. Se nella comunità non c’è pace, l’uomo non potrà mai essere libero, perché destinato a restare nell’ignoranza. Strenuo difensore del libero arbitrio, come testimonia l’intera Commedia e si evince esplicitamente nei suoi canti centrali, dove il tema della libera scelta è associato inestricabilmente a quello della forza che regola il mondo e il singolo, l’amore (canti XVI-XVIII del Purgatorio), Dante sa bene che l’esercizio della libertà di giudizio e di condotta di vita è difficile e viene continuamente insidiato nell’uomo dal suo intimo e dall’esterno che lo circonda. Più si procede sulla strada della conoscenza più si riesce a far fronte alle forze avverse che ci limitano, ma appunto per questo deve essere garantita la serenità di una società in cui gli inevitabili scontri siano combattuti e superati. Questo è lo scopo della politica, il superamento dei conflitti in una situazione di pace sicura e duratura.