Entro il 2050 la fascia d’età più rappresentata sarà quella dei 75 – 79 anni, questo quanto emerso dalla prima edizione degli Stati generali della Terza età, promossa dall’Istituto Rezzara, dall’Università adulti / anziani di Vicenza e da Uripa.
L’evento, organizzato al Centro congressi del Seminario vescovile, ha messo al centro del dibattito nazionale la sfida dell’invecchiamento della popolazione ed il suo impatto sulla società. Temi strategici sono stati la silver economy, l’innovazione sanitaria, l’invecchiamento attivo e il benessere degli anziani. Particolare attenzione è stata dedicata alla crescente domanda di servizi per la popolazione over 80, inclusa l’assistenza sociosanitaria e la cura della non autosufficienza. Secondo Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia dell’Università Cattolica di Milano, il tema fondamentale non è solo l’aumento dell’aspettativa di vita, ma la qualità della vita stessa. La vera sfida è aggiungere vita agli anni, e non più anni alla vita. Inoltre, sono state affrontate le implicazioni economiche dell’invecchiamento, tra cui la sostenibilità del sistema pensionistico e la necessità di modelli di welfare inclusivi e innovativi. Secondo l’Istat, entro il 2050 il 54 per cento della popolazione attiva (tra i 15 e i 65 anni) dovrà sostenere economicamente il restante 46 per cento, portando a un rapporto di uno a uno tra lavoratori e pensionati. È essenziale investire in politiche che promuovano la salute preventiva e l’assistenza domiciliare, riducendo la pressione delle strutture sanitarie e migliorando la qualità della vita degli anziani. Merito dell’iniziativa è stata l’informazione ad un ampio pubblico.